Roma si offre indifferente agli occhi dei Romani e seducente a quelli meravigliati dei turisti: la luce morbida, soffusa e malinconica dell’autunno avvolge la città. Teresa si è lasciata andare nel Tevere e Virginia, la figlia, la cerca ricostruendo traiettorie senza tempo nel cuore della città e del suo fiume e delle sue acque. Roma si trasfigura in Amor, il “pianeta della cura”, che accoglie Teresa, in una dimensione magica dove il passato, il presente e il futuro si mescolano in un affresco dolente e d’incanto. La Roma del fiume e dell’acqua si intreccia con quella dei labirinti della mente, delle profondità dei legami tessuti dall’arte e da ciò che non può morire.